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Uno degli aspetti che caratterizzarono il periodo d'ingresso dell'Italia nella Grande Guerra, fu l'atmosfera di allarmismo e sospetto nei confronti di tante figure enigmatiche che venivano considerate spie potenziali. La fama di efficienza dell'apparto di "intelligence" tedesco alimentò la necessità di controllo da parte delle nostre autorità nei confronti anche di tanti personaggi insospettabili: avvocati e professionisti, oltre a figure rimaste memorabili come la bella "Annetta del Casotto". L'autore, in un'analisi che si sposta dal Vaticano al lago Maggiore, ricostruisce inoltre alcuni episodi di condanne a morte seguite a processi sommari davanti alla corte marziale.